Guru Arjan Dev Ji
Ciò che il quinto maestro, Guru Arjan Dev, nato il 15 aprile 1563, realizzò nei venticinque anni della sua gestione, si rivelò d’importanza duratura per il futuro del Sikhismo. Svolse un ruolo fondamentale nel rafforzare i tendini della fede. In linea con la convinzione di base Sikh che “non ci sono Indù o Musulmani, siamo tutti uguali agli occhi di Dio”, egli invitò un santo musulmano da Lahore a porre la prima pietra di fondamenta del Harmandir Sahib nel 1588.
Il Tempio D’Oro, composto su un solo piano, fu costruito sotto il livello del terreno circostante in modo che il livello basso dell’edificio sottolinei che noi esseri umani non siamo ai livelli di Dio, essendo lui al di sopra di tutto. L’Harmandir Sahib dimostra quello che è il principio della religione Sikh, in altre parole che la casa di Dio è aperta a tutti; infatti, al Tempio si può accedere da tutte quattro le direzioni, chiunque può entrarci, indipendentemente da casta o credo. L’entrata della struttura principale, quella che emerge sul sarowar, è però limitata da un’unica via d’accesso, questo perché sulla terra esiste una sola entità superiore.
Oltre alla creazione del Tempio D’Oro e la citt{ santa di Amritsar, il contributo filosofico alla fede di Guru Arjan Dev fu la compilazione delle sacre scritture Sikh sotto forma dell’Aad Granth, in seguito noto come il Guru Granth Sahib. Quest’antologia non contiene solo i pensieri, inni e insegnamenti dei primi cinque Guru Sikh ma anche di altri 26 filosofi e santi Indù e Musulmani come Kabir, Namdev, Ravidas, Sheik Farid, Jaidev e Surdas, e incarna così la più alta forma di evoluzione che gli uomini di saggezza avevano da offrire. Nessuna religione fino a quel momento aveva permesso che i pensieri e le idee di saggi appartenenti ad altre fedi potessero essere inclusi nel proprio libro sacro. Il Guru Granth Sahib sancisce inoltre il principio enunciato da Guru Nanak, cioè che “tutte le fedi devono essere rispettate per la loro nobiltà d’intenti”.
Gli sforzi prodigiosi di Guru Arjan Dev produssero un libro sacro, l’Aad Granth, contenente più di 7000 inni, 2218 dei quali scritti da lui stesso. In esso sono presenti trenta ragas (uno schema di note melodiche della musica classica indiana) in modo che la razionalità dei pensieri è resa liricamente. Tutto questo non si sarebbe potuto fare senza la massima cura che Guru Arjan Dev dedicò per lo stile, la sintassi e il ritmo per assicurare un flusso naturale della lettura.
Guru Arjan Dev collocò il libro Sacro a Harmandir Sahib nel 1604. Il successore dell’illuminato imperatore Moghul Akbar fu il figlio Jahangir che divenne presto l’autore di brutali azioni che cambiarono il corso della storia indiana per sempre. A differenza di suo padre, che era stato molto impressionato da ciò che la fede Sikh rappresentava, l’auto indulgente Jahangir diede sempre ascolto a uomini bigotti e invidiosi che volevano porre fine non solo al Guru ma a tutti i Sikh, questo perché essi erano preoccupati per la velocità con la quale la comunità Sikh stava crescendo giorno dopo giorno, e con un gran numero di Indù e Musulmani che diventavano seguaci della nuova fede. Così il Guru fu catturato e gli fu proposto di convertirsi all’Islam per salvare la propria pelle ma egli rifiutò e così Jahangir decise di torturarlo per dare una lezione a tutti i suoi fedeli. Guru Arjan Dev fu fatto sedere su una fornace con il fuoco acceso sotto e, fu versata della sabbia calda sul suo corpo. Guru Arjun Dev lascia la sua esistenza terrena il 30 maggio 1606.
La forza d’animo e la serenit{ del Guru di fronte a questa tortura colse alla sprovvista i Moghul stessi. Guru Arjun Dev ha iniziato il rito di sacrificarsi per la propria fede quando è necessario ed è il primo martire nella storia dei Sikh.
Fonte: Sikhi Sewa Society